Il re del Belgio Filippo ha ricevuto le firme raccolte con la petizione popolare che è stata lanciata in tutta Europa dopo l’approvazione definitiva da parte del Parlamento di Bruxelles il 13 febbraio dell’estensione dell’accesso all’eutanasia anche ai minorenni.
“La vita – si legge nel testo della petizione indirizzata al sovrano – va sempre valorizzata, anche nel caso dei disabili. Le chiedo di non firmare la legge sull’eutanasia infantile”. Attraverso la piattaforma Citizen Go e l’impegno di alcuni siti (tra i quali Avvenire.it) sono state raccolte in poco tempo oltre 213.850 firme, la maggior parte delle quali di cittadini italiani.
All’entrata in vigore della legge manca solo la firma del re: abitualmente solo una formalità, ma in questo caso Filippo è chiamato a non trasformare la ratifica della drammatica riforma in un puro atto burocratico, anche se in Belgio sono in pochi a credere nella possibilità che il re abbia il coraggio di imitare suo zio Baldovino che nel 1989 abdicò per un giorno per non essere costretto a firmare la legge sull’aborto.
Il Paese è in una situazione di forte instabilità politica, con valloni e fiamminghi che solo dopo mesi di trattative si sono messi d’accordo per creare un precario governo. E anche nel corso del voto sulla legge sia alla Camera sia al Senato era emersa la volontà da parte di molti parlamentari di anteporre i destini del Paese (sorvegliato speciale dalla comunità internazionale per il suo elevatissimo indebitamento) a una scelta di valore etico. Ma quelle firme ora chiedono una risposta.