COMUNICATO STAMPA DEL 12.11.2018
“Ho appreso con stupore andando a visitare il Polo Penitenziario di
Rebibbia della recentissima chiusura della UOC di Medicina Protetta
dell’Ospedale Sandro Pertini. Mi preoccupa questa decisione che va ad
impattare su una struttura sanitaria dedicata ai pazienti detenuti
presso gli Istituti Penitenziari della Regione Lazio”. Lo afferma Paolo
Ciani, leader di Demos e consigliere regionale del Lazio dove è vice
presidente della Commissione Sanità.
“Cercherò ora di approfondire le dinamiche che hanno portato a tale
decisione, consapevole della complessità nella quale si articola la rete
regionale nell’erogazione dei servizi sanitari dedicati alla
popolazione detenuta (Hub e Spoke) e delle relative possibili
conseguenze dal punto di vista occupazionale per il personale sanitario e
dell’amministrazione penitenziaria. Questa vicenda dimostra – come già
sostenuto anche dal Garante dei Detenuti – l’importanza dell’avvio dei
lavori dell’Osservatorio Regionale sulla sanità penitenziaria”, conclude
Ciani.
Il Polo per i detenuti del Pertini è tristemente noto perchè il 22
ottobre 2009 vi è morto il geometra Stefano Cucchi a causa delle sevizie
praticate su di lui da militari dell’Arma dei Carabinieri nei giorni
precedenti al ricovero. Appena la settimana scorsa, nell’aula del
processo, Silvia Porcelli, infermiera del reparto di medicina protetta
dell’ospedale Pertini ha dichiarato: “Stefano Cucchi mi disse che
qualcuno gli aveva menato e che erano stati i carabinieri”. Ma, ha
aggiunto la donna, “Quando dissi a Stefano che avrei dovuto chiamare gli
agenti della polizia penitenziaria come testimoni di quello che diceva –
ha aggiunto Porcelli confermando quanto detto già nel 2011 durante il
primo processo – lui, mentre uscivo dalla stanza, mi disse ‘non chiamare
nessuno, tanto non lo ripeto’”. Per la morte di Cucchi sono stati
assolti i medici del Pertini e le Guardie Carcerarie che custodivano il
reparto ospedaliero.