Formazione, aiuti economici e tutele per chi si occupa dei familiari non autosufficienti nel Lazio.
Dare un sostegno concreto alle famiglie che fino ad oggi hanno affrontano da sole disabilità e malattie. È quanto si propone ilcapogruppo DEMOS alla Regione Lazio, Paolo Ciani, che ha depositato una proposta di legge regionale per riconoscere la figura dei Caregiver Familiari. L’obiettivo è di garantire contributi economici, formazione, orientamento e diverse forme di aiuto fra cui periodi di riposo e ferie.
“Nel nostro Paese sono tante le persone non autosufficienti, anziani e disabili, lo Stato non riesce ad offrire a tutti servizi adeguati e sono le famiglie a fare fronte a tali carenze con un impegno personale e generoso. Le istituzioni ne prendano atto e sostengano concretamente quanti si dedicano interamente o part time alla cura dei propri familiari non autosufficienti” dichiara Ciani.
Il Caregiver Familiare è chi si prende cura – al di fuori di un contesto professionale e a titolo gratuito – di un familiare che ha bisogno di assistenza a lungo termine, perché affetto da una malattia cronica, disabilità e altre condizioni di non autosufficienza. Secondo un’indagine di ISTAT relativa al 2015 sono oltre due milioni i caregiver familiari in Italia che dichiarano un impegno assistenziale oltre le 20 ore settimanali. Si tratta prevalentemente di donne (74%), di cui il 31% di età inferiore a 45 anni, il 38% di età compresa tra 46 e 60, il 18% tra 61 e 70 e ben il 13% oltre i 70. Sono soggetti diversi dalle figure professionali con regolari contratti di lavoro e svolgono un ruolo decisivo a supporto di un welfare in cui la famiglia svolge una funzione cruciale.
Paolo Ciani, che è anche vicepresidente della Commissione Sanità e Politiche sociali, propone che la figura del caregiver familiare sia riconosciuta e sostenuta dalle istituzioni. È previsto che la Regione, in particolare, promuova forme di sostegno economico dirette al caregiver familiare, favorisca accordi con le compagnie assicurative per la copertura degli infortuni e della responsabilità civile, promuova accordi con le associazioni datoriali per conciliare la vita lavorativa con le esigenze di cura.
I Comuni e le ASL assicureranno al caregiver familiare che ne farà richiesta l’informazione e l’affiancamento nell’accesso ai servizi necessari ai fini assistenziali, una formazione specializzata finalizzata (laddove necessaria e richiesta), supporto per evitare il rischio di burnout, il sollievo di emergenza e di tipo programmato anche in maniera ricorrente (ferie, riposo). Spesso le famiglie si trovano davanti a difficili situazioni burocratiche, rimpalli di responsabilità, soggetti pubblici che non dialogano fra loro. La proposta di Demos prevede che i servizi sociali e sanitari forniscano al caregiver familiare un’informazione esauriente sulle problematiche di cui soffre la persona assistita e le risorse operanti sul territorio, per migliorare la qualità dell’assistenza.
“La pandemia di Covid-19 e il lockdown hanno avuto effetti particolarmente pesanti sulle famiglie dove sono presenti condizioni di fragilità con assistenza a carico del caregiver familiare. La nostra proposta – che nasce da un dialogo costante con le famiglie, pilastro fondamentale della nostra società – è un passo verso modelli di cura delle persone fragili più umani e sostenibili, attraverso un aiuto concreto a quanti se ne prendono cura” conclude Ciani.