Vaccini: Abbiamo un grande polo farmaceutico nel Lazio e avere la possibilità di produrre vaccini a chilometro zero sarebbe particolarmente importante.
A dirlo all’Adnkronos Paolo Ciani, consigliere regionale di Demos e vicepresidente della commissione Sanità alla Pisana, che in queste ore ha confermato la sua candidatura alle primarie per il sindaco di Roma, in merito alla proposta avanzata dalla maggioranza di produrre i vaccini anti Covid-19 nell’area industriale e farmaceutica di Pomezia. “Purtroppo nella lotta al Covid sappiamo che non sarà una tantum ma probabilmente dovremmo ripetere la vaccinazione negli anni, quindi avere un approvigionamento vicino e anche pubblico è utile. Vorremo, inoltre, produrre vaccini con la libertà dalle norme del brevetto perché riteniamo che la vaccinazione sia anche un grande tema di giustizia sociale: produrli largamente fa sì che possano arrivare a chi non può permettersi di comprare il farmaco”.
Parlando della campagna vaccinale e delle criticità emerse, Ciani si sofferma su un tema a lui caro: la vaccinazione nell’universo carcere.
“Per la vaccinazione di poliziotti penitenziari e detenuti abbiamo immaginato l’utilizzo di un farmaco monodose come Johnson&Johnson. Si sarebbe dovuti partire lunedì 19 aprile ma siamo ancora in attesa di conoscere le decisioni nazionali”.
Senza lo sblocco della situazione “è probabile che bisognerà ricalibrare tutta la vaccinazione in carcere”.
In generale, secondo Ciani, “una delle principali criticità emerse nella campagna vaccinale del Lazio è appunto quella dell`approvvigionamento delle dosi di vaccino. L`idea di ricevere un certo numero di dosi per poi vedere continuamente ridurre le stesse non ha certo aiutato.
Nonostante ciò, la Regione Lazio è stata la prima a vaccinare la popolazione ultraottantenne e i fragili“.
La tabella di marcia è stata cambiata anche in relazione ai target vaccinali: “con Astrazeneca si è reso necessario un cambio di programma dopo che si è capito che poteva essere utilizzato per una popolazione più anziana. Stessa cosa sembra emergere con Johnson&Johnson. Tutto questo avviene – spiega Ciani – rispetto a una macchina organizzativa che in realtà sia nei luoghi vaccinali che per personale avrebbe una capacità molto più ampia. Le Regioni sembrano muoversi `in ordine sparso` ma “nel Lazio – sottolinea Ciani – abbiamo sempre pensato fosse più utile e importante seguire le linee guida nazionali.
Le fughe in avanti, indietro, di lato di alcuni governatori – penso alla Liguria e alla Toscana dove si è deciso di vaccinare alcune categorie – è un grave errore. I target più deboli, quindi gli anziani e fragili, sono quelli da vaccinare immediatamente contro il rischio di ulteriori vittime, lo dimostrano i dati che analizziamo ogni giorno.
Credo dunque sia importante che il Lazio continui a fare ciò che a livello nazionale è dato come priorità. Una volta somministrato il vaccino alle categorie più fragili, si potrà procedere con tutti gli altri”.