Il segretario di Demos ha vinto la sfida diretta nel collegio centrale della Capitale (ma che arriva fino alla Garbatella). Nel Lazio il centrosinistra è riuscito a ottenere solo due collegi uninominali su 20
Una mosca bianca: appare così Paolo Ciani, segretario nazionale di Demos (DemocraziaSolidale) e vicino alla Comunità di Sant’Egidio, eletto alla Camera nella circoscrizione che comprende Roma Centro con la coalizione di centrosinistra. Perché il seggio di Montecitorio conquistato dal consigliere comunale di Roma e regionale del Lazio, è l’unico – insieme a quello di Roberto Morassut sempre alla Camera – ottenuto da Pd e alleati nelle sfide all’uninomanale della regione alle elezioni del 25 settembre. Una partita finita con un netto 18 a 2 per il centrodestra che ha lasciato fuori dal nuovo Parlamento, tra gli altri, la storica esponente radicale Emma Bonino, candidata al Senato nello stesso collegio per il centrosinistra, e sconfitta a sorpresa da Lavinia Mennuni che ha prevalso anche sul leader di Azione Carlo Calenda (terzo classificato).
La vittoria nel centro storico
Per la verità la vittoria di Ciani, romano, classe 1970, due figlie (Chiara ed Eleonora), una laurea in storia dell’arte, impegnato nel movimento laicale di ispirazione cattolica fondato da Andrea Riccardi da quando aveva 14 anni iniziando come volontario nel carcere di Regina Coeli, non era inaspettata: candidato nel collegio uninominale Lazio 1 alla Camera, territorio che comprende i rioni del centro storico, da Monti ed Esquilino a Trastevere e Prati, oltre ai quartieri Trionfale, Flaminio e della Vittoria e ad alcune zone dell’VIII Municipio (Ostiense, Valco San Paolo e Garbatella), Ciani era dato per vincente da settimane su Maria Spena di Forza Italia (ex assessora alla Mobilità nella giunta Alemanno e deputata azzurra di lungo corso). Ma, visto l’esito complessivo delle votazioni, il suo risultato appare sorprendente.
Derby cattolico
Esponente del mondo dell’associazionismo cattolico e del terzo settore, Ciani ha condotto una campagna capillare in piazze e strade della città: «Ho sempre vissuto un impegno prima sociale e poi politico in questi territori e non scomparirò il giorno dopo l’elezione» ha assicurato. Un impegno che gli ha fruttato 74.145 voti, pari al 38,4% con un distacco di circa otto punti dall’azzurra Maria Spena. Vinto anche il “derby cattolico” con Elena Bonetti, la ministra della Famiglia e delle Pari opportunità con un passato negli scout Agesci: candidata nello stesso collegio uninomale, è arrivata terza raccogliendo il 16,8 dei consensi.