mi sono recato in visita alla Casa di Lavoro di Vasto. Una struttura penitenziaria che negli ultimi anni è stata destinata da Casa Circondariale anche a Casa di Lavoro per ‘internati’. L’Internato è una persona messa in carcere, non perché ha commesso un reato, ma perché lo potrebbe commettere, spesso è una persona definita ‘socialmente pericolosa’. Quanti sono in Italia? Dove stanno? E soprattutto è il caso che nel 2023 in Italia esistano ancora gli internati? Ho preparato questa visita con un incontro con il Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria del Lazio Abruzzo Molise e i suoi uffici. Vasto è sede di una Casa di Lavoro, attualmente vi sono presenti circa 60 persone internate e 30 detenuti della reclusione. In Italia gli internati in totale sono meno di 300, all’80% sono italiani. Ho incontrato prima la Direzione con la Polizia Penitenziaria e gli operatori del trattamento. Successivamente le persone internate e della reclusione. Mi sono state riferire le molte criticità strutturali (infiltrazioni d’acqua , perdite , termosifoni che non funzionano ecc), criticità legate al personale della Polizia Penitenziaria (meno 60% della pianta organica) e alla scarsità del personale specialistico sanitario (psichiatrico soprattutto). A Vasto, le misure di sicurezza, che sono previste dalla Costituzione, di fatto nella loro applicazione ricadono su persone con disturbi psichiatrici (più del 50%) , over 60, spesso senza famiglia e senza residenza. Molti di loro hanno un passato di poli-dipendenze con danni cronici. Ho trovato la Casa di Lavoro dove molti sono inabili al lavoro, trasformate in contenitore di disagio, problematicità sociali, con scarsità di personale e poca relazione con il territorio.
In tanti hanno il problema delle proroghe perché non sanno dare ai Magistrati di Sorveglianza e non hanno, dei riferimenti nei territori e nelle relazioni familiari.
È necessario aprire una riflessione seria sul superamento di queste strutture