Roma | Seminario alla Camera: “I senza fissa dimora nelle grandi aree metropolitane”

Si è svolto alla Camera dei Deputati il seminario ‘I senza fissa dimora nelle grandi aree metropolitane’, a cui ho partecipato con piacere e che ho moderato. Un evento che è stato occasione di confronto tra istituzioni, esponenti di realtà locali nazionali e straniere che ha offerto numerosi spunti per garantire a tutti i diritti!

Potete leggere la rassegna stampa sull’evento qua sotto👇🏻

Le aree metropolitane e le politiche per i senza dimora di RomaSette

Un seminario per fare il punto sulle politiche sociali a favore dei senza tetto nelle grandi aree metropolitane e mettere a confronto esperienze positive in realtà differenti «per garantire a tutti i diritti». È quello che si è svolto questa mattina, 4 aprile, nella Sala del Refettorio della Camera dei deputati, promosso dal deputato di Demos Paolo Ciani. Dopo i saluti istituzionali dello stesso Ciani e del presidente della commissione Periferie della Camera Alessandro Battilocchio, le relazioni hanno affrontato il tema dei senza tetto da diversi punti di vista, «per tradursi in proposte concrete», ha detto Ciani. «Un tema complesso che include povertà estrema, nuove povertà, ma ha il volto di tante persone diverse. Sebbene questo fenomeno si considera come una categoria, oggi vorremmo porre all’attenzione il fatto che sono persone che spesso per un incidente della vita si sono ritrovate per strada. Non sono ombre e tantomeno scarti, come spesso sono trattati nella nostra società».

Ciani ha ricordato alcuni tentativi di intervento a favore dei senza tetto, a partire dal diritto alla residenza, da cui ne derivano tanti altri. Che tuttavia nel tempo è diventata una concessione e, di conseguenza, «è stata negata a tante persone». È nata così la residenza virtuale, che tuttavia non è riconosciuta in tutti i Comuni italiani. Altra legge approvata in questa legislatura riguarda il diritto al medico di base per i senza tetto. «Questo per dimostrare che si può intervenire per migliorare la vita di questi concittadini». Battilocchio ha evidenziato il «grande lavoro» della Commissione da lui presieduta, che si sviluppa su tre direttrici: analisi e approfondimento sullo stato delle periferie in Italia; proposte condivise, diventate leggi; presenza sui territori, nelle città metropolitane e non solo, «in aree che per troppo tempo non sono state sufficientemente considerate».

Federico Polidoro (Banca Mondiale) ha citato uno studio Onu riferito al 2022 che stima come tra 1,6 e 3 miliardi di persone non hanno un alloggio adeguato. Oltre 1,2 miliardi di persone vivono in baraccopoli e almeno 330 milioni di persone sono senza tetto: numeri peraltro imprecisi per la difficoltà a reperire dati certi. Una difficoltà evidenziata anche da Cristina Freguja (Istat), nonostante l’Italia si sia dotata di criteri adeguati per rilevare le persone in povertà relativa ed estrema, a condizione però che abbiano una residenza. L’Istat sta cercando di affrontare la questione, malgrado le difficoltà oggettive nel rilevare il fenomeno dei senza tetto. A questo scopo sta lanciando un osservatorio permanente, con rilevazioni statistiche in 14 aree metropolitane, una sorta di censimento degli homeless.

Una indagine pilota in tal senso, la “Notte della solidarietà”, è stata effettuata a Roma, con il coinvolgimento di circa 2mila volontari, sia studenti di Tor Vergata che del terzo settore. All’interno dell’anello ferroviario sono state rilevate 2200 persone, nelle strutture di accoglienza e nelle strade, comprese aree speciali come le banchine del Tevere. È emerso che gli homeless sono soprattutto romeni, somali e marocchini, ma non mancano gli italiani, tra cui molti pensionati. Circa il 16% sono donne, l’età media, nelle strutture di accoglienza, è di 53 anni. Le maggiori difficoltà rilevate riguardano l’accesso ai servizi per la salute.

Andrea Brandolini (Banca d’Italia) ha fornito una fotografia della rilevazione della povertà da cui emerge che in Italia (dati 2023) il 24% delle persone vive in condizioni di povertà assoluta (5,69 milioni) o relativa (8,47 milioni). Una povertà cresciuta in maniera importante a partire dal 2011 e che colpisce in maniera più pesante i minorenni, nel Mezzogiorno e le famiglie straniere, soprattutto se sono presenti minori.

C’è stato poi un confronto tra le esperienze di tre grandi città: Roma, Napoli e Barcellona. Barbara Funari, assessore alle politiche sociali del Comune di Roma, ha fatto riferimento all’azione dell’amministrazione Gualtieri nei confronti dei senza tetto, a cominciare dalla Notte della solidarietà, che «ha generato anche un cambiamento culturale, perché c’è bisogno di parlare alla città tutta dei senza dimora». Quanto ai servizi, Funari ha ricordato che sono passati da 700 a 1350 i posti letto disponibili, con l’obiettivo di arrivare a 2000 entro fine mandato. C’è poi il progetto “housing first” per riqualificare immobili pubblici e passare dalla strada alla casa.

Il suo omologo di Napoli, Luca Trapanese, ha sottolineato la specificità dell’area partenopea, che porta a forti tensioni con i residenti e all’utilizzo improprio dei ricoveri negli ospedali. Da qualche tempo, poi, tra i senza dimora sono in crescita i giovani. L’amministrazione ha promosso percorsi di autonomia ed emancipazione, in collaborazione con terzo settore, Caritas e diocesi, e una serie di azioni per migliorare la qualità della vita delle persone, soprattutto i centri di accoglienza diurna. Infine Sonia Fuertes, del Comune di Barcellona ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra le città che “essendo luoghi di prossimità, sono luoghi di speranza”.

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