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Consigliere regionale dal 2018, esponente tra i più longevi della Comunità di Sant’Egidio, critica aspramente le politiche sociali della giunta grillina: “Non si può guardare con diffidenza all’associazionismo che tanto ha fatto per Roma”
Il 7% ottenuto alle primarie del Centrosinistra del 20 giugno per la scelta del candidato sindaco è una dote da non sottovalutare: Paolo Ciani, membro della Comunità di Sant’Egidio dal 1984, consigliere regionale dal 2018 e capolista di Demos alle imminenti elezioni amministrative, affronta gli ultimi giorni della campagna elettorale con l’aspettativa di chi sa di dover ottenere un risultato positivo, anche in vista di un possibile ruolo nella nuova Giunta guidata da Roberto Gualtieri.
Ciani, giovedì 23 settembre Demos ha chiamato a raccolta i suoi candidati e simpatizzanti intorno a Gualtieri. Com’è andata?
“Un evento molto bello, prima di tutto perché molto partecipato, c’era tutto il popolo di Demos, persone non abituate a queste iniziative, tanti amici che ci hanno conosciuto in questo tempo e hanno simpatia per noi, per conoscere meglio Gualtieri e ascoltare il nostro eurodeputato Pietro Bartolo. La cosa bella è stata che erano tutti molto attenti e partecipativi, coinvolti. L’altro aspetto positivo è stata la sintonia, Gualtieri ha ripreso molti dei nostri temi, già lo avevamo visto nella costruzione del programma in ambito sociale, culturale, ambientale e giovedì ha toccato corde a noi molto care. Ha disegnato una prospettiva chiara di Roma”.
Lei si occupa di sociale da trent’anni: come giudica l’operato della giunta Raggi in tal senso?
“Purtroppo mi sembra che anche sui temi sociali questa amministrazione non abbia fatto quanto promesso. Ci aspettavamo grandi rivoluzioni in ogni ambito, io invece ho visto una grande stasi nel sociale, purtroppo sono state interrotte o non riprese sperimentazioni pratiche, penso agli interventi per anziani, ai disabili. Non c’è stato alcun tentativo di nuove progettualità e rinnovamento. Veniamo da due anni di pandemia in cui il tema della crisi sociale è stato gravissimo, in Regione sono stato tra coloro che hanno fatto di tutto per i più fragili. Il Comune si è rivelato totalmente inefficiente e sono state messe in campo risorse insufficienti per affrontare queste problematiche. Ho notato insensibilità oltre che inefficienza. La Regione aveva dato delle risorse per i progetti del Dopo di noi che il Comune ha restituito perché non le ha impegnate, è molto grave”.
Dall’accoglienza all’emergenza rom, qual è il suo bilancio su Roma?
“In generale dai Cinque Stelle ho notato con dispiacere una certa diffidenza nei confronti del mondo organizzato del terzo settore e del volontariato, soprattutto nei primi anni, un atteggiamento molto guardingo. Hanno fatto molta confusione con una vicenda grave di corruzione emersa con Mafia Capitale, coinvolgendo tutto un mondo che opera nel sociale a livelli differenziati: un conto sono le cooperative, un conto i volontari e le organizzazioni ecclesiali. Bisogna ispirarsi a questo mondo, non guardarli con sospetto. Se chi arriva con poche competenze è anche diffidente con chi da decenni opera in città, è evidente il cortocircuito. Riguardo al superamento dei campi rom, altro tema a me molto caro e che seguo da tempo con diversi progetti, mi ha colpito molto l’atteggiamento della sindaca fino a ieri. Sono anche stati fatti interventi positivi per il superamento dei campi, con l’assegnazione delle case popolari, ma il messaggio all’esterno era sempre e comunque negativo: ‘Devono andare a lavorare’ è lo slogan ripetuto. Il linguaggio è lo stesso di quando governava Alemanno e la destra. Lo trovo scorretto e poco coraggioso, come se ci fosse timore nel rivendicare una politica sociale giusta, mischiando interventi razionali e positivi con azioni di sgombero forzato. In questo modo passa l’idea che l’intento sia solo quello di far vedere che hai cacciato i rom”.
Quali saranno le prime tre azioni di Paolo Ciani qualora diventasse consigliere capitolino?
“Innazitutto grande azione di pulizia della città, c’è una situazione di abbandono generale. Penso quindi a nuove politiche sulla gestione dei rifiuti e sulla manutenzione delle aree comuni, c’è bisogno di una grande operazione già nei primi giorni di amministrazione. Chiaramente un altro ambito su cui mi farebbe molto piacere intervenire è quello dei servizi di prossimità, sono convinto vadano messe in campo misure di vicinanza alle persone, Roma è troppo grande per centralizzare tutto. Penso alla solitudine degli anziani, ai servizi domiciliari, alle persone che devono tornare al centro delle politiche amministrative e non pensare prima alle politiche e poi coinvolgere le persone. Infine l’atra cosa che vorrei fare riguarda il rilancio delle periferie, creando luoghi di aggregazione positivi per i giovani, per gli anziani, ricreare luoghi di cultura dove le persone si trovino positivamente. All’interno di ciò dobbiamo ricreare collegamenti tra periferie, a volte è più semplice andare al Centro che spostarsi in un altro quartiere”.
Come le è sembrata questa campagna elettorale fino ad oggi?
“Da una parte ho notato nella città una scarsa attenzione al tema delle elezioni, non sento nelle persone quella tensione rispetto al voto, sta crescendo ma manca veramente poco. Ho apprezzato, rispetto ad altre campagne, che non ci siano stati toni violenti. Talvolta alcuni protagonismi non sono confacenti alla mia idea, mi piacerebbe di più parlare dei problemi. Ho apprezzato che Gualtieri stia ‘crescendo’ come comunicazione e condivisione facendo più suoi i temi dell’alleanza”.
In caso di vittoria di Gualtieri, si aspetta una chiamata da parte del nuovo sindaco?
“Chiaramente nel pensare alla partecipazione di Demos, prima alle primarie e ora alle elezioni, siamo convinti che si debba avere una rappresentanza anche nella futura giunta. Non ne abbiamo parlato nei dettagli, ma anche giovedì scorso Gualtieri ha ribadito pubblicamente che è nella sua prospettiva coinvolgerci. Su chi di noi sarà della squadra, ne parleremo all’interno del movimento dopo le elezioni. Abbiamo molte competenze al nostro interno, non solo nel sociale ma anche in campo culturale, ambientale, nel turismo. Possiamo dare un contributo importante alla futura giunta”.