Nella legge finanziaria in approvazione in questi giorni, il governo si occupa anche dell’Ucraina. Sapete come? Udite, udite: proroga “l’emergenza Ucraina” (quel decreto che regola l’accoglienza ai profughi) fino al 3 marzo 2023. Così mentre il governo ha già deciso di inviare armi fino a dicembre 2023, l’accoglienza sarebbe durata solo fino a febbraio (con tutte le conseguenze burocratiche per le persone, gli uffici e gli enti). Ho presentato un Odg per denunciare la cosa e rimettere le cose in ordine, che il Governo ha dovuto accogliere. Tante parole sull’Ucraina e pochissima reale sostanza. Di seguito il testo dell’ordine del giorno.
La Camera,
esaminato l’A.C. 643 recante Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025;
premesso che:
in data 24 febbraio 2022 la Federazione russa ha intrapreso una guerra nei confronti del popolo ucraino mettendo a rischio, tra l’altro, la vita di milioni di persone, nella maggior parte dei casi della popolazione civile, ed aprendo uno scenario di insicurezza mondiale a cui si è aggiunto lo spettro della minaccia nucleare;
in seguito a tale aggressione, il 28 febbraio 2022 con Delibera del Consiglio dei Ministri veniva dichiarato lo stato di emergenza “in relazione all’esigenza di assicurare soccorso ed assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale in conseguenza della grave crisi internazionale”;
in particolare lo stato di emergenze prevedeva, oltre allo stanziamento di 10 milioni di euro a carico del Fondo per le emergenze nazionali, l’incremento delle risorse del Ministero dell’Interno destinate alla attivazione, locazione e gestione dei centri di trattenimento e di accoglienza, per poter fruire di ulteriori 5.000 posti. Per le stesse finalità si autorizzava l’attivazione di ulteriori 3.000 posti nel Sistema di accoglienza e integrazione (SAI), gestito dagli enti locali, destinati soprattutto a nuclei familiari e persone vulnerabili;
il Governo italiano in carica ha peraltro approvato un decreto ad hoc sull’invio di armi a Kiev da parte del Consiglio dei Ministri che prevede l’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle Autorità governative dell’Ucraina con validità fino al 31 dicembre 2023 e tra le forniture ci saranno anche sistemi missilistici di difesa aerea;
tuttavia, per quanto riguarda lo stato di emergenza citato, il Governo, con l’art. 166 comma 1 della Legge di Bilancio attuale ha previsto la proroga – peraltro in deroga alle disposizioni del Codice di protezione civile, per cui si è proceduto direttamente con norma di legge, in luogo della deliberazione del Consiglio dei Ministri – solo fino al 3 marzo 2023;
non è chiara la posizione del Governo che da una parte garantisce l’invio di armi per tutto l’anno 2023 mentre non preveda una proroga per lo stato d’emergenza, a maggior ragione in considerazione delle anticipazioni per le quali l’Unione europea intende prorogare la protezione temporanea a marzo 2024 come riporta l’ANCI sezione Immigrazione e Politiche per l’Integrazione;
impegna il Governo
a valutare la possibilità di prorogare lo stato di emergenza in relazione all’esigenza di assicurare soccorso ed assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale in conseguenza della grave crisi internazionale in atto, con deliberazione del Consiglio dei Ministri, sino al 31 dicembre 2023.