Ciani, il vicecapogruppo dem che scalza De Luca: “Il Pd non è il mio partito. Sulle armi si può cambiare”. Su LaRepubblica.it
Intervista all’esponente di Demos, vicino a Sant’Egidio, appena promosso dai dem a Montecitorio: “Un riconoscimento, non me l’aspettavo. La gestazione per altri? È la mercificazione del corpo delle donne povere. Ma la destra sbaglia sul reato universale”.
Paolo Ciani è il nuovo vice-capogruppo del Pd. Anche se, ci tiene a sottolinearlo, non è iscritto e non si iscriverà al partito di Elly Schlein, che l’ha scelto. “Al contrario dei colleghi di Articolo 1”. Si tiene il suo movimento, Demos, “che è un partito a tutti gli effetti, iscritto al registro dei partiti e che chiede il 2xMille”. E conferma la sua linea sull’Ucraina: “Sono contrario all’invio di armi, anche il Pd ora può cambiare linea”.
Onorevole Ciani, è alla prima legislatura. Si aspettava di fare il vicecapogruppo?
“No, me l’ha proposto la presidente Chiara Braga qualche giorno fa, in modo riservato. Mi sono preso un po’ di tempo per condividere la decisione con i miei amici di Demos”.
Il suo movimento.
“Il mio partito. Il nostro gruppo si chiama Pd-Italia democratica e progressista, che rappresenta forze politiche che si sono unite al momento delle elezioni di settembre alla lista del Pd. Ma in molte elezioni locali abbiamo continuato a partecipare col nostro simbolo, come alle ultime regionali del Lazio. La nomina mi onora, è un riconoscimento importante”.
Scioglierà Demos?
“No, come dicevo è un partito a tutti gli effetti, chiederemo il 2xMille. E non mi iscrivo al Pd, a differenza dei colleghi di Articolo 1. Non saremo ovviamente in contrapposizione, anzi. Ma sono convinto che il centrosinistra debba avere un’area plurale in grado di arrivare al 51% e il Pd da solo, mi auguro, può arrivare al 30%, ma non basta”.
È molto vicino a Sant’Egidio. È stato un segnale di Schlein ai cattolici del Pd, che un po’ sono a disagio?
“Faccio parte della comunità di Sant’Egidio da quando ho 14 anni, non è che sono vicino, è proprio la mia vita. Da quando ho iniziato a fare politica però ho distinto gli ambiti, perché Sant’Egidio è una realtà ecclesiale, Demos una forza politica. Sicuramente è stato un segno di attenzione da parte della segretaria ai cattolici in generale, ma io non sono del Pd, quindi non posso dire: ora i cattolici si sentono a casa nel Pd”.
Della Gestazione per altri cosa pensa?
“Sono contrario, penso alle posizioni del mondo cattolico ma anche a quelle di un pezzo di mondo femminista. Conoscendo bene il Sud America, so come questa pratica si trasformi nello sfruttamento di donne povere, una mercificazione del corpo. Ma non amo fare battaglie ideologiche, quindi sono favorevole alla registrazione dei figli di coppie Lgbt+. E il reato universale per la Gpa proposto dalla destra mi sembra proprio questo, una battaglia ideologica. Sbagliata”.
In Parlamento è noto perché è l’unico del Pd che ha votato contro le armi all’Ucraina.
“Sì, ho votato contro. Ho molti amici fraterni in Ucraina, che sono stati sotto le bombe o che sono scappati, a cui abbiamo dato aiuto come Sant’Egidio e anche io personalmente. Però il tema è come aiutare Kiev a superare questa guerra. Non credo nella vittoria militare, cioè armare l’Ucraina perché possa vincere”.
Quindi l’Ucraina dovrebbe cedere alcuni territori alla Russia?
“Questo si vede dopo, prima bisogna investire nella spinta al cessate il fuoco. Per ora l’Europa e l’Occidente non stanno facendo abbastanza”.
Nel gruppo del Pd altri si stanno avvicinando alla sua posizione?
“Nel nostro popolo questa discussione c’è, è un fronte molto più ampio di come è rappresentato in Parlamento, nei numeri del gruppo. Il Pd la scorsa legislatura ha fatto una scelta legittima, dopo una novità sconvolgente e mentre sosteneva un governo di unità nazionale, ma ora dopo un anno e mezzo di guerra il partito può evolvere in nuove posizioni. Si può anche cambiare parere. Il no alle risorse del Pnrr per le munizioni è stato un salto di qualità, non sbagliato”.
Nel Pd ha preso il posto di Piero De Luca, il figlio del governatore della Campania, che Schlein non vuole ricandidare…
“Non ho preso il suo posto, tecnicamente, perché prima erano 3 i vice-capigruppo, ora siamo in 4. Con Piero ho un buon rapporto, c’è stata una scelta della presidente Braga. Continueremo a lavorare insieme, anche perché avrà un ruolo importante, come segretario con delega al Pnrr”.