In questa bella intervista di cui ringrazio Sheyla Bobba di Senzabarcode abbiamo parlato di disabili e caregiver che da oltre un mese non hanno più nessun tipo di assistenza domiciliare, senza dimenticare la situazione critica nelle carceri dove i detenuti sono costretti in luoghi sovraffollati e dove la distanza sociale è un’utopia.
“Quando parliamo di fase due dobbiamo tenere conto di quello che è accaduto prima. Quindi, purtroppo, del fatto che da più di un mese tutti i servizi che raggiungevano le persone disabili, fossero essi adulti, bambini o anziani, si sono interrotti a causa della pandemia”. Così Ciani nello spiegare le motivazioni che lo spingono a parlare di questa nuova fase”.
Un altro tema sociale di questa emergenza Covid-19 è stata la rivolta delle Carceri. In quelle rivolte ci sono stati morti, feriti e molta devastazione. Il Carcere soffre quotidianamente del sovraffollamento e di situazioni difficili. In un momento di preoccupazione come quello della pandemia… c’è stato un momento di grande fragilità.
Bene ricordare che una delle prime disposizioni che è stata assunta all’interno delle carceri è stato il divieto dei colloqui e visite con i parenti. Senza mettere a disposizione altri sistemi, quali ad esempio le videochiamate. Un completo isolamento dal mondo esterno pur accatastando le persone.
Questo in pieno contrasto con quello che succedeva, e succede, nel mondo esterno. Se noi dobbiamo stare, muniti di dispositivi di protezione individuale, a più di un metro di distanza, ai detenuti viene impedito qualsiasi contatto con l’esterno, ma costretti a restare all’interno dell’Istituto senza DPI e senza distanze di sicurezza.
Ascolta l’intervista per intero al link di seguito e fammi sapere cosa ne pensi!