CATANIA – Troppo
piccoli per competere in solitario alle Europee, per questo hanno già pronto
l’elenco di candidati da inserire nelle liste Pd. Prima tappa siciliana per la
neonata DEMOS, ovvero Democrazia Solidale, forza erede del cattolicesimo
democratico e in “umile” ascolto del magistero di papa Bergoglio.Un’intesa voluta e cercata del neosegretario dem Nicola
Zingaretti nel tentativo di accogliere in una progettualità unitaria le forze del
campo progressista sotto le insegne del Partito democratico. Nel collegio
Sicilia e Sardegna, seppur in pectore, è già pronta una “candidatura
eccellente”. Sebbene le labbra del coordinatore Paolo Ciani siano cucite,
l’identikit sembra proprio quello di Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa
impegnato dal 1992 nella prima accoglienza dei migranti. Un nome che potrebbe
addirittura capeggiare la lista o essere immediatamente collocato alle spalle
dell’uscente Caterina Chinnici. O viceversa.
“Abbiamo
fatto le nostre proposte a Zingaretti,aspettiamo che i nomi siano ufficiali per renderli pubblici”, dice
Ciani a LiveSicilia a margine dell’incontro “Un’altra idea di paese, una nuova
proposta politica”, moderato dal giornalista Umberto Teghini dove sono intervenuti
Emiliano Abramo, presidente della Comunità di Sant’Egidio di Sicilia e Rossana
Sampugnaro del dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università di
Catania. “Le posso dire soltanto che
abbiamo indicato dei candidati di primissimo piano – spiega – Crediamo che in questa relazione con il Pd
troveremo le candidature giuste”.
Quello
tra Ciani e Zingaretti è un rapporto ormai rodato.La prima uscita elettorale di DEMOS risale infatti
alle Regionali in Lazio dello scorso anno. Allora, le neonata formazione
centrista è scesa in campo con il proprio simbolo eleggendo lo stesso CianI in
consiglio regionale. Esperienza differente è quella per l’Europarlamento dove
c’è da fare i conti con lo sbarramento e la spirale continentale populista e
sovranista: “Questo vento – dici
Ciani – sta già mettendo in crisi le
nostre società. C’è una cultura sovranista, nazionalista, in alcune frange
anche violente, che sta mettendo in discussione un impianto che, non dobbiamo
dimenticarlo, nasce dopo la grande tragedia della Seconda guerra mondiale”.
Uno scenario che in parte sembra dimenticato. “In pochi anni – spiega ancora – abbiamo
distrutto un sogno grande come quello dell’Unione europea, descrivendola come
una matrigna cattiva che ci vuole male. Noi dobbiamo tornare ai pilastri e ai
fondamenti di un’Europa dei popoli, dove l’essere insieme in pace è una grande
forza”.
Emiliano
Abramo. Per quanto lo riguarda,
l’approdo a DEMOS è coerente con l’iniziativa profusa dal movimento guidato
dall’ex ministro degli Esteri Andrea Riccardi. Ma anche con l’esigenza di dare
continuità a È Catania, cartello civico presente alle scorse Amministrative: “L’idea è di non disperdere un lavoro
importante che ha trovato, non solo consenso, ma anche simpatia – spiega a
LiveSicilia – appunto perché abbiamo
espresso una visione di città che parte dal basso, dall’impegno nel sociale e
dal guardare la città a partire dai più poveri”. E oggi? “Senza voler puntare il dito contro nessuno,
vediamo che i poveri sono sempre più poveri. Anche in questa fase di dissesto
finanziario, vogliamo fare la nostra parte, ciò vuole dire parlare con questa
Amministrazione e chiedere quali siano le priorità in un momento in cui non
solo la città è più povera, ma anche più sola”. Il nodo è ora gestire la
doppia appartenenza, DEMOS e Sant’Egidio, senza apparire di parte. “Con la chiarezza. Attualmente – insiste
Abramo – non cerco alcun ruolo se non
quello di responsabile della mia Comunità, allo stesso tempo però sono contento
di partecipare oggi al battesimo di Democrazia solidale nella mia città”.